DSA e Scuola

Strumenti compensativi e misure dispensative.

 

Come ho anticipato nell’articolo precedente (leggi qui), conoscere le caratteristiche dello “specifico” Disturbo dell’Apprendimento consente di individuare quali sono gli strumenti adeguati per poter aiutare l’alunnə nel percorso scolastico.

Nel mio lavoro clinico con bambinз e ragazzз, ma anche nelle esperienze di formazione a docenti, ho potuto riscontrare che, a volte, può essere difficile far comprendere a pieno la necessità di utilizzare strumenti compensativi o di adottare misure dispensative.

Il modello di pensiero alla base dovrebbe essere quello di ‘equità’: garantire a tutti le stesse opportunità di apprendimento, tenendo però conto delle particolarità e delle differenze di ciascun soggetto, in modo da consentire il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Tuttavia, la difficoltà nelle varie situazioni è proprio nel far capire che gli strumenti o le strategie adottate mirino a questo.

Vediamo intanto nello specifico cosa intendiamo quando utilizziamo i seguenti termini (tenendo sempre a mente che per ogni singolo DSA, è opportuno scegliere adeguati strumenti e misure in base al caso specifico).

Strumenti compensativi

Sono gli strumenti didattici e tecnologici che facilitano o sostituiscono la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria. Come ad esempio:

  • tabelle, formulari, mappe;

  • sintesi vocale;

  • calcolatrice;

  • registratore;

  • programmi di video/scrittura (con correttore ortografico).

E a cosa servono in sostanza?

L’uso degli strumenti compensativi rinforza la percezione di riuscire a raggiungere gli obiettivi richiesti, consente di alleggerire il carico di fatica correlato al Disturbo Specifico, con evidenti esiti positivi sull’autostima, evitando che l’alunnə perda la motivazione e l’interesse ad apprendere.

Misure dispensative

Si intendono gli interventi che consentono allə studente di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e non migliorano l’apprendimento. Ad esempio:

  • lettura ad alta voce;

  • lettura di brani lunghi;

  • maggior tempo per lo svolgimento delle prove;

  • riduzione del contenuto (quantità/qualità).

Quindi, a cosa servono?

Le misure dispensative evitano di far vivere la frustrazione rispetto alla propria difficoltà: ad esempio far leggere un lungo brano ad una persona con dislessia non è utile in quanto l’esercizio, proprio per via del disturbo, non migliora la sua prestazione nella lettura.

Quanto detto finora dovrebbe aiutare a comprendere la necessità, ma anche le finalità, di tali strumenti e misure, tuttavia la “sfida” per professionistз e docenti è quella di evitare che possano essere vissuti come delle “incomprensibili facilitazioni” sia dalle persone direttamente interessate, che dal resto del gruppo classe.

Cosa ne pensate? Fatemi sapere nei commenti!

 

Dott.ssa Silvia De Maio

 

Riferimenti bibliografici

  • Cornoldi C., Meneghetti C., Moè A., Zamperlin C. (2018). Processi cognitivi, motivazione e apprendimento. Il Mulino – Manuali, Bologna.

  • Cornoldi C., a cura di (2019). I disturbi dell’apprendimento. Il Mulino – Strumenti, Bologna.

  • Le Guide Erickson (2013). Dislessia e altri DSA a scuola.

  • Mariani L. (2000). Portfolio. Materiali per documentare e valutare cosa si impara e come si impara. Zanichelli, Bologna.

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