FIFA e il sistema “Loot Box”

Quando un videogioco può trasformarsi in un sistema di istigazione al gioco d’azzardo? 

Nella maggior parte dei casi se tuə figliə è un giocatore o una giocatrice di FIFA, videogioco di simulazione calcistica tra i più venduti in Italia prodotto da Electronic Arts, ti avrà chiesto in diverse occasioni di poter acquistare crediti di gioco spendendo cifre che possono diventare anche considerevoli nel tempo.

Ma ti sei mai chiestə a cosa gli possa servire acquistare questa valuta digitale?

Questo videogame, come anche altri di diverso genere, utilizzano un sistema denominato di Loot Box, in italiano ”forziere del bottino”. Questa dinamica, presente nel mondo videoludico dal 2010, prevede attraverso la spesa di denaro reale o valuta virtuale, ottenuta in game, la possibilità di acquistare a scatola chiusa dei forzieri. Questi forzieri a loro volta contengono dei potenziamenti o degli oggetti speciali specifici per ogni gioco.

Nel caso di FIFA questo sistema è principalmente utilizzato all’interno della modalità Ultimate Team in cui ogni giocatore può creare la propria squadra da far competere online. La creazione della squadra avviene tramite un sistema di spacchettamento che può ricordare quello dell’album di figurine. Il player può acquistare virtualmente dei pacchetti, che contengono i giocatori, e che una volta aperti saranno disponibili all’interno della propria rosa.

La compravendita di questi oggetti digitali è l’unico modo in cui sia possibile aiutare/migliorare l’esperienza all’interno del videogioco ed essendo il contenuto delle box segreto si è portati a continuare ad acquistarli nel tentativo di riuscire ad avere una squadra sempre più competitiva.

Allo stesso tempo il fatto che il contenuto di questi forzieri sia però segreto può rappresentare una scommessa su quale sia il contenuto al suo interno ed è proprio partendo da questo presupposto che il PEGI, l’ente europeo che certifica l’età di riferimento dei giochi in base ai contenuti e alle dinamiche, (clicca qui per leggere l’articolo di approfondimento) ha inserito ad aprile 2020 una nuova etichetta apposita per indicare quando l’acquisto comporta una casualità sotto la dicitura “Includes Paid Random Items”.

Infatti, secondo l’ente questi acquisti hanno una percentuale di vincita, cioè con quale frequenza possono comparire oggetti comuni, rari o epici la cui variabile può influenzare pesantemente la resa nel gioco e quindi facendola assimilare al gambling (gioco d’azzardo).

Negli Stati Uniti e in Canada sono già diversi anni che spesso le case dei videogiochi si trovano ad affrontate class action di consumatori che accusano le aziende di essere poco trasparenti riguardo alla pratica commerciale che sottostà al sistema delle Loot Box.

Per ciò che riguarda il territorio europeo l’Olanda è stata la prima ad occuparsi di questa problematica dalla fine del 2020. Nel Paese una sentenza ha sanzionato proprio Electronic Arts, la casa produttrice di FIFA, per 10 milioni di euro. Tale sentenza ha potuto avere luogo perché viola la legge del Paese sul gioco d’azzardo.

FIFA è solo un esempio di questo sistema di ricompensa casuale al giocatore, tramite il pagamento di una somma di denaro, e diversi sviluppatori di videogiochi li hanno inseriti e continuano ad inserirli all’interno soprattutto delle loro produzioni destinate agli Smartphone.

Voi cosa ne pensate? Credete che un sistema come questo possa davvero istigare i ragazzi verso il gioco d’azzardo?

Lascio lo spazio nei commenti qui sotto per le domande e per sentire le vostre opinioni in merito.

Dott. Andrea Sacchetti

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