Lo sviluppo cognitivo dell’Adolescente

Tra pensiero ipotetico-deduttivo e capacità di guardare al futuro.

Negli articoli precedenti (leggi qui) ho descritto diverse caratteristiche che rendono l’adolescente … adolescente; tuttavia c’è ancora un aspetto che vorrei approfondire con voi, cari lettori, ossia quello cognitivo! In altri termini unə ragazzə quindicenne in che fase di sviluppo cognitivo si trova? Ha sviluppato completamente tutte le funzioni cognitive?

Per rispondere a queste domande vorrei inizialmente presentarvi, per chi non lo conoscesse, il grande psicologo e pedagogista J. Piaget, secondo il quale lo sviluppo cognitivo della persona umana, è suddiviso in quattro stadi:

·       stadio senso-motorio;

·       stadio preoperatorio;

·       stadio operatorio concreto;

·       stadio operatorio formale.

Il periodo adolescenziale coincide solitamente con l’ultimo di questi stadi in cui lə ragazzə è ormai in grado di ragionare in base a delle ipotesi e ad immaginare possibili soluzioni a diverse problematiche di vario genere; ha quindi acquisito il ‘pensiero ipotetico-deduttivo’. L’adolescente è in grado di fare ciò in quanto le sue capacità cognitive si sviluppano sempre più tramite la continua e dinamica interazione tra i propri processi mentali innati e l’ambiente esterno, fisico e sociale, in cui vive.

Spesso ho sentito dire in contesti più disparati, dal bar alla scuola, dal supermercato allo studio del medico di base, persone che parlando di ragazzз adolescenti esclamano “Ma sono ragazzi!!! Cosa vuoi che ne sappiano delle conseguenze delle loro azioni!” oppure “Mia figlia proprio non mi capisce quando parlo, è come se non riuscisse ancora a vedere soluzioni diverse dalle sue!”. Riflettere su queste esclamazioni mi fa spesso accendere una lampadina, come quella dei fumetti, in quanto in realtà a livello cognitivo lз ragazzз dai 12 anni in poi sono in grado di ragionare per ipotesi, riflettere sui nessi causa-effetto e considerare diverse variabili che agiscono in una stessa situazione.

Tuttavia non bisogna sottovalutare che ciò che altresì influenza le loro capacità cognitive oramai acquisite è il turbinio emotivo che in questa fascia d’età spesse volte ‘la fa da padrone’ (leggi qui). Inoltre gli adulti riescono più facilmente a notare le ‘ambivalenze’ delle persone più giovani che le proprie, le quali sono dettate ugualmente da stati emotivi più disparati (eh sì le emozioni influenzano proprio tutti, anche noi che siamo maggiorenni già da un po').

Un’altra caratteristica che accompagna la fase adolescenziale e che differenzia lə bambinə dall’adolescente è la capacità di riuscire ad ampliare la prospettiva temporale, prefigurandosi anche in un tempo futuro lontano; cambia altresì il modo di pensare a se stessə, in base alle trasformazioni che si sta affrontando e ai rimandi esterni che si elicitano inconsapevolmente.

 

Quindi a 15, 16, 17, 22 anni (perché no?!) si ‘pensa bene’, ma si ‘prova anche intensamente’: questo connubio può dar vita ad un affascinante mondo interiore, difficile da capire e allo stesso tempo luccicante in ogni suo aspetto.

A voi commenti e riflessioni…

 

Dott.ssa Emma Carrano.

 

Bibliografia

 

  • Piaget, J., Inheleder, B. (1955). De la logique de l’enfant à la logique de l’adolescent, Parigi: Puf (tr. it. Dalla logica del fanciullo alla logica dell’adolescente, Firenze: Giunti-Barbera, 1971).

  • Confalonieri, E., Grazzani Gavazzi, I. (2005). Adolescenza e compiti di sviluppo, Milano: Unicopli.

 

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