Adolescenza e psicopatologia

Tra vulnerabilità e sofferenza.

Negli ultimi articoli di questa sezione del blog ho approfondito la tematica dell’adolescenza in termini di periodo di rischio (leggi qui) e ho riportato alcuni accenni in merito a condotte devianti (leggi qui) che in questa fascia d’età possono essere messe in atto.

Per aggiungere un altro mattoncino a questa vasta sotto-tematica, considerando questo periodo di vita come parte integrante del continuo sviluppo evolutivo del singolo, è necessario specificare che

“l’adolescenza costituisce un periodo di rischio in quanto le vulnerabilità evidenziatesi nel corso dell’infanzia possono emergere e organizzarsi e allo stesso tempo i nuovi compiti evolutivi comportano processi di distacco dalle figure familiari dell’infanzia e crisi di sviluppo. Tale quadro evolutivo rende complesso il riconoscimento delle situazioni di rischio e gli stessi quadri psicopatologici non rappresentano né il semplice proseguimento della psicopatologia infantile, quantunque siano ampiamente confermate le continuità psicopatologiche, né i prodromi di una psicopatologia dell’età adulta.” (Ammaniti, 2011, pp. XIII)

Dalle parole or ora riportate, si evince la grande importanza del ruolo che i compiti di sviluppo giocano nel corso dell’adolescenza (come riferito in questo articolo) e in realtà durante l’arco dell’intera vita.

Nello specifico in questa fase dello sviluppo, possono venirsi a creare delle circostanze particolari in cui l’adolescente non riesce ad affrontare e a superare evolutivamente tali compiti e ciò potrebbe aumentare la probabilità che nel futuro possano comparire dei quadri psicopatologici. Con tale definizione si intende un quadro clinico che presenta dei sintomi riguardanti l’ambito cognitivo e o della regolazione delle emozioni e o del comportamento dovuto ad una disfunzionalità nell’ambito dei processi psicologici, biologici o di sviluppo che sono alla base del funzionamento mentale; tali quadri sono associati ad una significativa sofferenza e ripercussioni nell’ambito sociale (DSM-V).

Tornando alla centralità dei compiti di sviluppo, ponendoci dunque in un’ottica evolutiva, possiamo affermare che alcuni comportamenti rischiosi sono spesso definiti ‘fisiologici’ (ad es. guida di motorini, fumo ecc.); ciò avviene quando questi ultimi vengono utilizzati dai soggetti in modo puntuale per soddisfare alcuni bisogni evolutivi, pertanto non possono essere etichettati da subito come psicopatologici. Potrebbe tuttavia accadere che unə adolescente possa mettere in atto taluni comportamenti più specificatamente sui generis svariate volte, al fine di soddisfare quei bisogni evolutivi poc’anzi citati relativi al suo sviluppo che altrimenti non riuscirebbero a trovare soddisfacimento. Tali comportamenti in circostanze particolari, reiterati nel tempo, possono tramutarsi in condotte patologiche, dal momento in cui possono comportare rischi psicofisici di entità non sottovalutabile (Novelletto, Biondo, Monniello, 2000).

Quanto riportato in questo articolo vuole essere un piccolo accenno, un’introduzione ad un vastissimo mondo che è caratterizzato da vissuti di sofferenza, di solitudine, di incomprensioni familiari ma anche amicali e sociali. A questa sofferenza va altresì aggiunta la fisiologica difficoltà del periodo adolescenziale che articolo dopo articolo stiamo riscoprendo e o rivivendo insieme. Prossimamente approfondirò la tematica della psicopatologia in questa fascia d’età, ma nel frattempo cosa ne pensate di quanto avete letto? A voi le riflessioni e condivisioni nei commenti.

Dott.ssa Emma Carrano.

 

Bibliografia

 

  • American Psychiatric Association (APA) (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders. 5th ed. Washington: APA.

  • Ammaniti, M. (2011). (a cura di) Manuale di psicopatologia dell’adolescenza, Milano: Raffaello Cortina.

  • Confalonieri, E., Grazzani Gavazzi, I. (2005). Adolescenza e compiti di sviluppo, Milano: Unicopli.

  • Novelletto, A., Biondo, D., Monniello, G. (2000). L’adolescente violento, Milano: Angeli.

  • Palmonari, A. (1993). Identità, concetto di sé e compiti di sviluppo in Psicologia dell’Adolescenza, Bologna: Il Mulino.

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